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Fedez svela i segreti oscuri dell’industria dei concerti: “Vi dicono che è colpa dei promoter, ma non è così”

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Tour annullati, biglietti svenduti a 10 euro o regalati, artisti costretti a rivedere al ribasso le date o ad abbandonare del tutto i palchi. Negli ultimi mesi il mondo della musica live ha mostrato tutte le sue fragilità. Dopo le denunce di Federico Zampaglione e Selvaggia Lucarelli, anche Fedez ha deciso di rompere il silenzio, raccontando in modo dettagliato i meccanismi poco trasparenti che regolano l’organizzazione dei tour.

“I biglietti alti? Non è colpa dei promoter”

Nell’ultima puntata del suo Pulp Podcast, il rapper ha spiegato perché i prezzi dei biglietti non sono necessariamente responsabilità degli organizzatori:

“Tutti pensano che il problema siano le agenzie tipo Vivo Concerti, ma la verità è che se i prezzi sono alti è perché gli artisti chiedono anticipi altissimi. I promoter devono coprire quei costi. Io cerco sempre di mantenere i miei prezzi bassi, tra i 45 e i 70 euro, ma il sistema funziona così: la discografia si basa sugli anticipi e chi paga il conto alla fine è il pubblico”.

La denuncia: “Ho fatto causa al mio primo booker”

Fedez ha raccontato anche un episodio personale legato alla sua esperienza nel settore. Anni fa ha avviato un’azione legale contro il suo primo agente, uno dei più influenti nel panorama italiano:

“Era considerato il più potente. Ma dopo aver controllato i preventivi e scoperto certe dinamiche, ho fatto causa. Durante quel processo, ho conosciuto un consulente che oggi è diventato un concorrente diretto di quel booker, ed è una delle realtà più forti del momento”.

“Lo stadio può segnare la fine, non il trionfo”

Tra i passaggi più significativi dell’intervento, anche una riflessione su cosa significhi davvero fare un concerto negli stadi. Non sempre è sinonimo di successo a lungo termine:

“Tutti pensano che lo stadio sia l’apice, ma se poi non riesci a riconfermarlo gli anni successivi, diventa un problema. Io ho fatto un sold out con 80.000 persone, ma se forzi troppo la mano rischi di compromettere il futuro. Lo stadio può essere il punto finale del tuo percorso, non il punto di partenza”.

“Bene chi torna ai teatri: serve onestà”

Fedez ha poi citato due artisti che hanno affrontato la crisi con trasparenza: Bresh e Rkomi, che dopo aver annullato le loro tournée hanno scelto di ripartire dai teatri. Secondo il rapper, questa è la strada giusta per ripensare il live, in modo sostenibile e realistico.

Il sistema è malato? Le crepe iniziano a mostrarsi

La sua analisi si allinea a quella già portata avanti da altri artisti, come Zampaglione, che ha parlato di un settore costruito sull’ego e sul debito: un sistema che promette visibilità, ma spesso lascia gli artisti soli a gestire i conti. Con sempre più spettacoli annullati e tour che si trasformano in voragini economiche, il problema è ormai visibile a tutti.

Come prevedibile, sul caso è intervenuto anche il Codacons, e la vicenda potrebbe allargarsi ulteriormente. Il dibattito è aperto: è il momento di ripensare da zero il modo in cui si produce e vende musica dal vivo?

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