Nel cuore di Cologno Monzese è in corso una missione complicata: trovare un conduttore progressista per dare finalmente forma a quel talk show “di sinistra” che Pier Silvio Berlusconi sogna da tempo. Ma, come rivelano fonti vicine alla direzione Informazione, l’impresa si sta rivelando più ardua del previsto.
Tutti i nomi contattati (e tutti i rifiuti)
Mediaset, come riporta Fanpage.it, ha bussato a molte porte. Da David Parenzo a Diego Bianchi, passando per Luca Telese e Marianna Aprile – pensati anche come duo, sulla scia del modello “In Onda” – fino a un approccio, seppur timido, con Serena Bortone, troppo legata alla Rai per cedere. Nessuno, però, ha accettato. Risposte educate ma decise: “No, grazie”.
La prima scelta, comunque, resta Andrea Scanzi. Il giornalista avrebbe però messo in chiaro le condizioni: vuole un programma di interviste, non un contenitore di dibattito. Punto. E per ora, nulla si è sbloccato.
La carta segreta di Cologno: Luca Sommi
Con i big che declinano, nei corridoi di Mediaset prende quota un’idea inaspettata: Luca Sommi. Il volto del Nove è visto come la figura perfetta per fare da “ariete” e aprire le porte a Scanzi in un altro ruolo – quello di opinionista fisso. Un doppio colpo che sistemerebbe due caselle in una sola mossa.
Sommi, che ha costruito sul Nove un progetto solido e di successo, ha attirato l’attenzione con le sue performance a 4 di Sera: equilibrio, incisività e padronanza nei confronti con interlocutori anche ostili. Doti che non sono passate inosservate ai vertici Mediaset.
Perché Berlusconi vuole Sommi (e cosa rischia)
L’arrivo di Sommi sarebbe un segnale forte: significa sottrarre al Nove un volto riconoscibile e spendibile, ma anche compiere un investimento importante per un target finora poco presidiato. Per Mediaset, significherebbe anche neutralizzare la resistenza di Scanzi, affidandogli uno spazio meno ingombrante ma comunque centrale.
In questo schema, il talk verrebbe affidato interamente a Sommi, con Scanzi come ospite fisso: una formula che garantirebbe libertà editoriale e pluralismo interno, obiettivo sempre dichiarato da Pier Silvio.
Il paradosso: corteggiare gli “storici nemici” di Silvio
Ma c’è un dettaglio che non sfugge agli osservatori più attenti: Pier Silvio Berlusconi sta costruendo ponti proprio con la galassia giornalistica che per anni ha fatto la guerra al padre Silvio. Andrea Scanzi, Marco Travaglio, Luca Sommi: tutti nomi legati a quella scuola del Fatto Quotidiano che ha costruito la propria narrazione anche in opposizione al Cavaliere.
Ora, il figlio prova a portare sotto il proprio tetto i volti che per anni sono stati considerati “nemici giurati”. Una mossa che ha i tratti della rivincita generazionale, ma anche quelli di una strategia lucida e imprenditoriale: se non puoi combatterli, prova ad averli dalla tua parte. O meglio, portali in prima serata su Rete 4.
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